Articoli di Psicologia

Depressione e disturbi cronici

Pubblicato da: cristina il 8 settembre 2014

Quando i disturbi cronici minacciano il tono dell’umore fino ad occupare la nostra mente

Spesso i dolori fisici definiti “cronici” prendono il sopravvento sulla psiche dell’individuo, favoriti da un uso massiccio e spesso improprio di analgesici e da uno stile di vita pesante.

I dolori cronici vengono definiti così perchè sono quotidiani e vengono spesso sottovalutati dai medici e soprattutto da chi ne soffre, tanto che molti hanno ormai accettato di conviverci.

La loro azione può minare il cervello e ancor più l’umore spingendo verso forme di depressione a volte anche gravi. Ciò che è difficile da comprendere è se tali disturbi nascano come manifestazione somatica di uno stato depressivo o se tale stato sia insorto successivamente. Insomma ci si viene a trovare dinanzi ad un circolo vizioso dal quale è difficile uscire.

Il paziente a cui viene fatta diagnosi di “Malato Cronico” deve ridefinire l’immagine di sè e creare una nuova quotidianità, deve fare i conti con la debolezza del proprio corpo e con una limitazione delle proprie possibilità.

Per contrastare questo stato di cose c’è bisogno di cure stabili e continuative e non bisogna rassegnarsi.

Curarsi significa partecipare alla cura, affidarsi al medico, completare le cure che sono state prescritte, seppur faticose e impegnative per il corpo e la mente, senza pretendere miglioramenti immediati e senza abbandonare la cura appena si osserva qualche miglioramento.

Bisogna modificare le proprie abitudini senza per questo rinunciare: se prima andavamo a correre ma adesso a causa di un’ernia ciò non è più possibile, allora andremo a camminare.

Tra i più diffusi disturbi cronici che possono generare depressione vi sono: cervicalgie-lombalgie-dorsalgie, fibromialgia, cefalea emicrania, nevralgia del trigemino, artrosi, reumatismi, conseguenze di interventi chirurgici.

Questi disturbi obbligano chi ne soffre a spendere una quota di energia maggiore rispetto ad un soggetto normale nel compiere qualsiasi azione quotidiana; ciò comporta che si sentano stanchi più velocemente. Il dolore cronico richiede al cervello un continuo dispendio energetico e la resistenza al dolore consuma le scorte celebrali di serotonina che è uno dei neurotrasmettitori che gioca un ruolo fondamentale nella depressione.

Le conseguenze dei dolori cosiddetti cronici sono: la dipendenza dai farmaci, molto spesso però l’uso continuo di un farmaco rende l’organismo assuefatto allo stesso e la sua azione sul dolore risulta notevolmente ridotta.

La stanchezza e il dolore costante pongono spesso chi ne soffre in uno stato di nervosismo e tensione che può provocare l’aumento del dolore stesso.

Altra conseguenza è l’abbandono delle attività quotidiane che in presenza del dolore cronico diventano pesanti e difficili, così come le relazioni sociali sia perchè il malessere può generare invidia nei confronti delle persone sane, sia perchè chi ne soffre è troppo irritabile e suscettibile.

La Psicoterapia gioca un ruolo fondamentale nel supportare il paziente con patologia cronica nell’accettazione della malattia e nell’aiutarlo a potenziare le risorse personali per affrontare in modo funzionale la propria condizione.

0